top of page

Caso di omessa diagnosi di dissecazione aortica

Risarcimento
700.000€

Danno Subito

I prossimi congiunti di Luca (coniuge e figlia, entrambe conviventi) hanno subito un danno da perdita/lesione del rapporto parentale (danno non patrimoniale) oltre al danno da perdita reddituale, poiché Luca contribuiva con il suo reddito al soddisfacimento dei bisogni della famiglia (danno patrimoniale da lucro cessante).

La Storia

Si sono rivolti allo studio le eredi di un uomo cinquantenne il quale durante l’orario di lavoro ha accusato forti dolori al petto e sul retro della spalla. Trasportato al P.S. i sanitari hanno proceduto alla raccolta anamnestica (modalità e tempi d’insorgenza del dolore, altre patologie pregresse, etc…) eseguendo un elettrocardiogramma, risultato negativo per infarto del miocardio, come negativi sono risultati i valori delle troponine ad alta sensibilità, mentre lievemente aumentato appariva il D-Dimero. E’ stata eseguita anche una RX del Torace in due proiezioni la quale evidenziava una leggera ectasia dell’aorta ascendente. Il paziente è rimasto in osservazione per qualche ora, sottoponendosi, da ultimo, a visita specialistica cardiologica la quale, al di là di confermare l’aumentato volume (ectasia) della radice aortica nulla diagnosticava al di là di una “precordialgia atipica”, diagnosi con la quale l’uomo veniva dimesso dall’ospedale. Rientrato sul luogo di lavoro, dopo un paio di ore dalla dimissione, Luca si accasciava al suolo dinanzi i suoi colleghi i quali chiamavano prontamente i soccorsi che, malgrado il tempestivo arrivo, altro non potevano fare se non constatarne il decesso. Svoltasi l’autopsia su incarico della Procura della Repubblica la causa della morte veniva individuata nel tamponamento cardiaco secondario a dissecazione dell’aorta ascendente. Instaurato il giudizio per responsabilità medico professionale dei sanitari del P.S., i Consulenti Tecnici d’Ufficio hanno convenuto, accogliendo le ns difese, che i medici dell’ospedale non avevano correttamente applicato le linee guida in vigore sul “dolore toracico” le quali prevedono che gli accertamenti medici debbano escludere oltre all’infarto del miocardio, in diagnosi differenziale, l’embolia polmonare e la dissecazione dell’aorta. Posto che vi erano tutti gli elementi (ectasia della radice aortica) per procedere ad un approfondimento diagnostico tramite ecografia transesofagea la quale avrebbe potuto, con elevato grado di probabilità, appurare un inizio di dissecazione (creazione del c.d. secondo lume) è stato riconosciuto che ove il paziente fosse stato inviato ad immediato intervento chirurgico, avrebbe avuto salva la vita secondo il principio del più probabile che no. La sentenza si è conformata alle risultanze della CTU condannando la Struttura Sanitaria al risarcimento del danno.

bottom of page