Farmaci sbagliati, dosi errate: la malasanità in corsia
- franconi4
- 2 ott
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La somministrazione di farmaci è uno degli atti medici più frequenti, ma anche uno dei più a rischio di errore.
Che si tratti di dosi non corrette, farmaci scambiati o vie di somministrazione errate, le conseguenze possono essere devastanti per il paziente, specialmente per i soggetti più vulnerabili come bambini e anziani.
Secondo un rapporto dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), gli errori di terapia farmacologica rappresentano una delle cause più comuni di danno al paziente, specialmente negli ospedali e nelle case di cura. Le segnalazioni di "eventi avversi" legati ai farmaci sono in aumento.
I casi più frequenti includono:
scambio di farmaci tra pazienti a causa di omonimia;
dosi eccessive o insufficienti;
somministrazione a orari sbagliati, alterando l'efficacia della terapia;
allergie non considerate per negligenza.
Questi errori sono spesso il risultato di un sistema sovraccarico, con infermieri e medici costretti a lavorare in condizioni di stress, carenza di personale e turni massacranti.
Tuttavia, la responsabilità può ricadere sulla struttura ospedaliera, che ha l'obbligo di garantire la sicurezza dei pazienti attraverso procedure e protocolli chiari.
Chi subisce un danno a causa di un errore farmacologico ha il diritto di chiedere un risarcimento. È fondamentale documentare l’accaduto, richiedere la cartella clinica completa e, se possibile, le prescrizioni mediche e i report infermieristici per un'analisi medico-legale.
Fonti:
AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco, Rapporto sulla gestione del rischio clinico
Ministero della Salute, Linee guida per la prevenzione degli errori in terapia farmacologica




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