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Il mancato monitoraggio del paziente: quando l’ospedale “dimentica”

  • franconi4
  • 22 ott
  • Tempo di lettura: 1 min
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Nel percorso di cura in ospedale, la vigilanza continua è fondamentale, specialmente per i pazienti più fragili.


Il mancato monitoraggio da parte del personale medico e infermieristico è una delle cause più diffuse di malasanità.

Lasciare un paziente incustodito, non rilevare i parametri vitali o non intervenire prontamente di fronte a un'emergenza può avere conseguenze fatali.


Numerosi casi giudiziari hanno stabilito che l’ospedale ha un obbligo di protezione e sorveglianza sul paziente, specialmente se è anziano, non autosufficiente o affetto da patologie che lo rendono più vulnerabile.


I casi più frequenti di mancato monitoraggio sono:


  • cadute di pazienti dalle barelle o dal letto, causando traumi;

  • mancato intervento in caso di crisi respiratoria o infarto;

  • omissione di controlli sui parametri vitali (pressione, battito cardiaco, saturazione) in pazienti in condizioni critiche;

  • dimenticanza della somministrazione di farmaci salvavita.


Questi eventi non sono casuali, ma sono spesso il risultato di un'inadeguata organizzazione del lavoro, come una carenza di personale o la mancanza di protocolli chiari di sorveglianza.

La responsabilità ricade sulla struttura ospedaliera, che ha il dovere di garantire un livello di assistenza adeguato.

Se un tuo caro ha subito un danno a causa di un'omissione di soccorso o di una mancanza di sorveglianza, è importante raccogliere la cartella clinica, le testimonianze e ogni altro elemento utile a dimostrare la negligenza.



Fonti:

  • FNOMCeO - Indagine sulla carenza di personale e i rischi per la sicurezza dei pazienti

  • Garante del Malato - Rapporto annuale sulle denunce per mancata sorveglianza

  • Tribunale di Roma, Sentenza 2351/2022 su mancato monitoraggio e risarcimento danni



 
 
 

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