Le piaghe da decubito e la responsabilità dell’ospedale: quando la negligenza diventa fatale

Nel percorso di cura, l’assistenza continua e la corretta gestione dei pazienti allettati sono essenziali per evitare gravi complicanze. Tra queste, le piaghe da decubito rappresentano una delle conseguenze più comuni della mancata vigilanza infermieristica. Si sviluppano quando il paziente, costretto a letto per lunghi periodi, non viene mobilizzato o curato adeguatamente. Questo rientra nella negligenza sanitaria, ossia nella mancata adozione delle misure di base necessarie alla sicurezza del malato.

Nel caso dell’Istituto ortopedico “Franco Faggiana” di Reggio Calabria, una donna ricoverata per una frattura del femore sviluppò gravi ulcere da decubito che portarono a una setticemia fatale.

 Il consulente tecnico d’ufficio (CTU) accertò che:

• il personale sanitario non aveva adottato misure preventive adeguate;

• le lesioni furono concausa al 60% del decesso;

• la struttura fu condannata a un risarcimento di 900 mila euro per malpractice sanitaria.

Le piaghe da decubito sono eventi prevedibili e prevenibili. Le strutture sanitarie hanno l’obbligo di:

• rispettare protocolli di igiene, sorveglianza e mobilizzazione;

• prestare particolare attenzione ai pazienti fragili o non autosufficienti;

• garantire un’adeguata formazione del personale infermieristico.

La mancata prevenzione di tali lesioni costituisce una violazione del dovere di diligenza e tutela nei confronti del paziente e comporta la responsabilità civile della struttura. In caso di sospetta negligenza, è importante:

• raccogliere la cartella clinica e i referti medici;

• richiedere una consulenza medico-legale per accertare le responsabilità e ottenere un giusto risarcimento.

Fonti:

• Tribunale di Reggio Calabria – Sentenza su responsabilità medica per piaghe da decubito

• Ministero della Salute – Linee guida per la prevenzione delle ulcere da pressione

Garante del Malato – Rapporto annuale sui casi di negligenza infermieristica