Liste d’attesa infinite: il diritto alla cura negato
- franconi4
- 9 ott
- Tempo di lettura: 1 min

Il diritto alla salute è un pilastro della nostra Costituzione, ma l'accesso tempestivo alle cure è spesso ostacolato da un problema endemico del nostro sistema sanitario: le liste d'attesa interminabili.
Un intervento chirurgico rimandato di mesi, una risonanza magnetica necessaria che slitta di un anno o una visita specialistica non disponibile prima di sei mesi non sono solo disagi, ma possono trasformarsi in veri e propri casi di malasanità.
Secondo Cittadinanzattiva, il 25% dei pazienti rinuncia alle cure a causa delle lunghe liste d'attesa e il 40% paga di tasca propria per rivolgersi a strutture private. Il problema è ancora più grave per le patologie tempo-dipendenti, dove un ritardo diagnostico o terapeutico può compromettere la possibilità di guarigione o causare un peggioramento irreversibile.
La giurisprudenza ha più volte sottolineato che il ritardo diagnostico o terapeutico può essere causa di un risarcimento, anche se la colpa non è del singolo medico, ma dell'organizzazione sanitaria.
Se il ritardo ha causato un aggravamento delle condizioni del paziente, la struttura può essere ritenuta responsabile per negligenza organizzativa.
Se ti trovi in questa situazione, è essenziale:
documentare ogni richiesta di appuntamento;
conservare le prove di eventuali disservizi o rimandi;
verificare se il ritardo ha causato un effettivo peggioramento delle tue condizioni di salute.
Fonti:
Cittadinanzattiva - Rapporto PIT Salute 2023
Corte di Cassazione, Sentenza 11883/2019 sulla responsabilità della struttura per ritardo diagnostico
Ministero della Salute - Report sulle liste di attesa
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