Malasanità: tra errori medici e ritardi della giustizia
- franconi4
- 31 ott
- Tempo di lettura: 1 min

Un intervento chirurgico durato più del previsto può diventare rischioso se accompagnato da negligenze e mancate cure post-operatorie. È il caso di A.S., 67 anni, morto dopo una cistectomia radicale all’ospedale Cristo Re di Roma.
La Procura ha contestato agli operatori sanitari l’omicidio colposo, poiché le complicanze settiche non furono gestite in modo adeguato.
Durante e dopo l’intervento si sono verificate diverse omissioni:
operazione durata oltre sei ore, con aumento del rischio di complicanze;
mancato monitoraggio clinico e diagnostico (assenza di TAC o controlli accurati);
prescrizioni inadeguate, come un solo antibiotico senza ulteriori indicazioni.
La gestione superficiale del post-operatorio ha portato al peggioramento delle condizioni del paziente e, infine, al decesso.
Il caso mostra che la malasanità non riguarda solo errori tecnici, ma anche:
assenza di vigilanza dopo l’intervento,
carenza di protocolli interni,
ritardi nelle decisioni mediche.
Per tutelarsi è essenziale:
raccogliere la cartella clinica e i referti,
affidarsi a un consulente medico-legale per accertare le responsabilità e ottenere giustizia.
Fonti:
Andrea Ossino, “Il paziente è morto per gli errori dei medici. Poi sei anni senza giustizia”, Il Fatto Quotidiano
Procura di Roma, fascicolo su omicidio colposo e malasanità, Ospedale Cristo Re
FNOMCeO – Linee guida per la gestione post-operatoria e prevenzione delle complicanze
Garante del Malato – Rapporto annuale sulle denunce per malasanità




Commenti